PENESCOPIA - PENISCOPIA - GENITOSCOPIA
a cura del Dr. Gaetano Scanni, Dermatologo a Bari
 

Descrizione breve: esame che permette di studiare le alterazioni della superficie dei genitali maschili specialmente per l’ identificazione di eventuali formazioni virali HPV-correlate (condilomi) ma anche  di altre patologie della mucosa. Viene eseguita comunemente con un dispositivo ottico (dermatoscopio, colposcopio) in grado di catturare immagini ingrandite senza arrecare alcun fastidio al paziente.

Parole chiavi: Peniscopia, Genitoscopia, Androscopia, Vulvoscopia nelle donne

 

Guida per la lettura

Difficoltà: medio-alta

Prima parte: serve a spiegare i concetti basilari e per questo richiede almeno 15 minuti di attenzione.

Seconda parte: mostra le immagini dei quadri clinici. Per chi preferisce partire da questa, cliccare =>QUI.

 

CONCETTI BASE

Oggi la medicina preventiva punta l’attenzione sulla diagnosi precoce delle patologie dei genitali esterni in entrambi i sessi. I ginecologi sono stati i primi a seguire questa strada valutando con il colposcopio lo stato di salute della vulva in occasione delle visite di routine. In campo maschile questo approccio costituisce invece un fenomeno recente ancora in via di definizione che si propone di supportare la diagnosi clinica di malattie virali, infiammatorie, neoplastiche o di altra natura benigna. L’esame obbiettivo tradizionale rimane comunque il punto di partenza prima di qualsiasi procedura strumentale.

La penescopia essendo una tecnica  “giovane” costituisce oggetto di molte aspettative nel campo dermatologico anche se risente al momento di alcune limitazioni interpretative e di potenziali evoluzioni ancora da sperimentare [§]. Sebbene il termine indichi lo studio dettagliato dell’organo sessuale maschile, le modalità di esecuzione possono variare a seconda dell’esperienza del medico che la esegue. Quindi al momento fino a quando non ci sarà una standardizzazione definitiva lo scrivente preferisce intendere questo esame come un insieme di procedure integrate, finalizzate ad intercettare patologie quando la visita ordinaria non è stata in grado di fornire un risultato preciso. La penescopia da sola quindi NON è sufficiente a dare tutte le risposte necessarie perché ha bisogno di essere complementata da altre informazioni.

 

Alla luce di quanto detto per soddisfare gli intenti diagnostici sarebbe preferibile usare il termine di “genitoscopia”  per indicare una procedura articolata in quattro passaggi:

 

1. Esame visivo ad occhio nudo della cute e mucosa con almeno due fonti luminose diverse. Una illuminazione radente che esalta le piccole irregolarità e una con la lampada di Wood a raggi ultravioletti per identificare difetti del colore dei tessuti  (esame obbiettivo classico).
[Fig 8]
 
2. Esame visivo ad occhio nudo della cute e mucosa dopo applicazione di sostanze specifiche il cui scopo è quello di mettere in risalto aree che pur sembrando normali  presentano già una alterazione iniziale invisibile (penescopia propriamente detta)
[Fig 1,2,3,4,5]
 
3. Esame della cute e mucosa attraverso uno strumento ottico posto a diretto contatto con le zone sospette per una specie di “esame microscopico” in vivo. In dermatologia si usa il video-dermatoscopio (genitoscopia dermatoscopica)
[Fig 1,13,15,16,17,18,19,20,21]
 
4. Scansione fotografica dell’intero organo per un esame dettagliato delle immagini a forte ingrandimento. Tale procedura si effettua con numerosi scatti ad inclinazioni diverse. Il risultato dell’esame sarà disponibile qualche giorno dopo la visita (genitoscopia morfologica). [§]  
[Fig 9,10,12,14]
 
L’esecuzione di tutti questi passaggi fornisce al medico molte più informazioni per comprendere la natura del problema e la terapia necessaria rispetto ad una visita comune.
Nel corso della visita può essere necessario eseguire  tamponi microbiologici  per la ricerca di batteri e funghi da inviare in un qualsiasi laboratorio. In altri casi è necessario aggiungere la ricerca dei virus HPV (papilloma virus umano).  Questa procedura che normalmente è eseguita in ospedali  oggi è disponibile anche nello studio del Dr Scanni . Il prelievo verrà consegnato solo a laboratori specializzati in questo settore. Entrambe le procedure sono indolore perché non invasive.
Alla fine della genitoscopia nei casi più complessi potrebbe essere necessario eseguire una biopsia della lesione manifesta.

 

QUALI PATOLOGIE POSSONO ESSERE DIAGNOSTICATE?

Le infezioni virali sono al centro dell’attenzione nel mondo femminile perché i virus HPV del genotipo 16 e 18 possono favorire il tumore dell’utero. Nelle donne che hanno questa positività i ginecologi consigliano anche una visita ai partner allo scopo di valutare la possibile coesistenza di infezioni HPV manifeste o precliniche [Fig 11,7]. Purtroppo l’argomento è complesso ma l’opinione degli esperti è che il virus HPV sia più un problema della coppia che del singolo individuo e quindi come in altre infezioni (sifilide, gonorrea, clamidie) la diagnosi e la terapia si debba rivolgere sempre su entrambi i fronti. Tutte le donne sanno per esempio che quando si sviluppa una candidosi vaginale se la terapia non viene seguita contemporaneamente anche dal maschio, i sintomi possono tornare dopo poco a causa di una reinfezione interna alla coppia (effetto ping-pong).

La penescopia/genitoscopia rappresenta in pratica un esame che deve valutare la salute dei genitali maschili quando sono malati per salvaguardare quella dei genitali femminili non solo contro i virus ma anche per qualsiasi altra patologia trasmissibile. Naturalmente il ragionamento ha una direzione circolare nel senso che quando la patologia riguarda inizialmente la donna, stessa attenzione deve essere rivolta alla salute dei genitali maschili.

Altre patologie virali contagiose che possono interessare i genitali dell’uomo sono i Molluschi contagiosi che la dermatoscopia permette di riconoscere facilmente anche quando possono sembrare banali foruncoli della cute [Fig 13,14].

Una citazione a parte meritano le malattie non-contagiose che si localizzano in questa sede. Si tratta di patologie molto diverse tra loro tra cui sono da citare alcune come la Vitiligine, le Melanosi, la Psoriasi, gli Angiocheratomi , il Liken ruber planus, il Lichen nitidus e la Neurodermite che sebbene siano già ben distinguibili ad occhio nudo, trovano nella dermatoscopia un ulteriore conferma  [Fig 10,20,22].

Anche le patologie neoplastiche possono diventare materia di studio della genitoscopia dermatoscopica come nel caso del Morbo di Bowen, la Balanite Plasmacellulare, l’Eritroplasia di Quyerat.

Tra le infezioni sessualmente trasmesse di minore gravità, ma non per questo meno importanti,  ci sono i Pidocchi del pube e la Scabbia umana. Sono infezioni facilmente curabili se interpretate precocemente ma poiché all’inizio si manifestano con prurito aspecifico finiscono per essere riconosciute in ritardo. Una genitoscopia dermatoscopica può aiutare il medico a capire immediatamente se il prurito dipende da uno dei due parassiti [Fig 15,16].

 

MA COME SI EFFETTUA QUESTO ESAME?

Al paziente viene suggerito di prepararsi a casa accorciando la peluria senza ricorrere al rasoio.

La durata della procedura si aggira intorno ai 30-45 minuti a seconda dei casi.

Delle 4 fasi della genitoscopia descritte all’inizio della scheda, quelle che necessitano di un contatto diretto con l’organo sono la dermatoscopia della mucosa del glande ed il test all’acido acetico.

Il test all’acido acetico deriva da una procedura già collaudata dai ginecologi che prevede l’applicazione sul glande di un gel alla concentrazione del 5%. Questa sostanza innocua che proviene dall’aceto avrebbe il compito distinguere zone malate che ad occhio nudo appaiono perfettamente normali (si chiamano lesioni pre-cliniche).  Il test si considera positivo quando la zona esaminata diventa bianca e si indica come “aceto positiva” [Fig 1,2,3,4,5,7].  Alla base del fenomeno si crede ci sia un maggior contenuto di proteine e nuclei cosa che accade quando il numero delle cellule è aumentato o perché si è comunque creata una condizione diversa dal normale.

Per evitare equivoci bisogna precisare che una zona aceto-positiva non indica necessariamente una virosi, infatti potrebbe esserci una flogosi, una metaplasia immatura, una leucoplasia, oppure una riparazione epiteliale in corso.  Per queste ragioni il test all’acido acetico è considerato un esame aspecifico ma non inutile, perché nel contesto giusto segnala qualcosa da approfondire con successive indagini. Dunque il suo significato deve essere necessariamente “pesato” insieme alle altre procedure della genitoscopia e non separatamente per poter escludere dei falsi positivi o falsi negativi.

E’ possibile che in futuro prossimo si ricorra ad altre sostanze rivelatrici per le mucose malate così come già succede in campo ginecologico (per es. il test di Lugol) o gastroenterologico/urologico (endoscopia con marcatori fluorescenti) [Fig 6,7].  Altrettanto promettente potrebbe essere anche il recupero dell’esame citologico sul soft-scraping del glande. Il settore è sottoposto a continue ricerche e aggiornamenti che lo scrivente segue con attenzione e sostiene sperimentalmente [§].

 

SERVE ANCHE PER CONFERMARE CONDIZIONI NORMALI?

Infine la penescopia/genitoscopia può servire anche per il riconoscimento di condizioni fisiologiche (cioè normali) che possono dare qualche preoccupazione in mancanza di una corretta conoscenza dell’anatomia dei propri genitali.

Si tratta di manifestazioni come la Papillomatosi Perlacea del Pene (PPP) e i Granuli di Fordyce [Fig 18,19] che si trovano in genitali sani tanto che nessuno ci fa caso. In alcuni individui però diventano più appariscenti “senza una causa apparente” o semplicemente perché aumenta l’attenzione per questa zona a seguito di qualche comportamento ritenuto a rischio. Identificare correttamente tali situazioni evita inutili preoccupazioni e costose terapie non essendo affatto malattie da curare. La Papillomatosi Perlacea del Pene è quella che maggiormente viene scambiata per una condilomatosi ma grazie alla dermatoscopia  questa confusione si risolve immediatamente [Fig 12].

 

CONCLUSIONI

Anche se una buona anamnesi ed un buon esame obbiettivo rimangono i pilastri di ogni diagnosi, nuove procedure strumentali stanno cercando di dare una risposta al complesso problema di capire, se e quando, il maschio rappresenti una riserva e quindi un diffusore di virus o altri patogeni pericolosi per se stesso e per la propria partner. Si tratta di un settore strategico della medicina preventiva ancora in evoluzione non solo per le infezioni HPV ma anche per il monitoraggio delle neoplasie del glande (PEin I/II/III) che necessitano di un addestramento specifico del medico ma anche di un’informazione corretta del cittadino. Per queste ragioni sarebbe utile ri-promuovere programmi di educazione sessuale nelle scuole e ripristinare il ruolo centrale dei consultori famigliari per la divulgazione della salute psico-fisica pre e post matrimoniale, gratuita per ogni livello sociale.

 

[§] Si tratta di attività diagnostiche inserite in protocolli di studio e di ricerca sostenuti dal Dr. G. Scanni i cui risultati saranno oggetto di pubblicazione su riviste mediche specialistiche.

 

 

 

SEZIONE CLINICA-FOTOGRAFICA

Tutte le foto mostrate sono originali e appartengono all’archivio dermatologico personale del  Dr. Gaetano Scanni. La riproduzione a scopi divulgativi è possibile solo con l’indicazione esplicita della fonte. Per altri scopi contattare il medico.

 

IL TEST ALL’ACIDO ACETICO

 

FIG 01. Penescopia con Acido Acetico più Dermatoscopia

La freccia a sinistra indica una zona apparentemente sana. Ma il test all’Acido Acetico invece rivela delle aree aceto-positive (centro) confermate anche in dermatoscopia (destra). Questo caso dimostra l'utilità della penescopia nel riconoscere quelle lesioni subcliniche che altrimenti sarebbero state ignorate perchè invisibili all'esame tradizionale.

 

FIG 02. Penescopia con Acido Acetico

A sinistra una mucosa apparentemente sana. Il test all'Acido Acetico (destra) rivela nella stessa sede un raggruppamento di punti aceto-positivi. Anche in questo caso si dimostra l'utilità del test nel rivelare anomalie del glande che ad occhio nudo invece appare normale (sinistra).

 

FIG 03. Penescopia con Acido Acetico più dermatoscopia

A sinistra una mucosa infiammata segnata da numerosi puntini aceto-positivi.  A destra la conferma tramite dermatoscopia.

 

FIG 04. Penescopia con Acido Acetico prima e dopo la cura

A sinistra una mucosa con numerosi focolai aceto-positivi prima della cura (cerchio rosso). A destra il totale ripristino della normalità dopo la cura (test Ac. Acetico negativo).

 

FIG 05. Test dell’Acido Acetico per la valutazione del Meato Uretrale

Il test all’acido acetico permette di distinguere il punto di passaggio  tra la mucosa che ricopre il glande e quella che riveste l'interno dell'uretra che ha una struttura  cellulare differente.

 

 

IL TEST ALLA FLUORESCENZA

 

FIG 06. Penescopia fluorescente con luce Ultravioletta (Lampada di Wood)

[§] Per individuare anomalie della mucosa del glande possono essere usate altre sostanze oltre l’acido acetico. In questo esempio si può apprezzare il disegno reticolare del glande e la captazione del meato uretrale. Il test alla Fluorescenza è oggetto di studio da parte del Dr. G. Scanni allo scopo di aggiungere altre informazioni al test dell'Acido Acetico. I risultati di questo esame innovativo saranno pubblicati su riviste dermatologiche.

 

FIG 07. Penescopia con Acido Acetico e Marcatore Fluorescente

A sinistra il glande dopo il test all’ Acido Acetico mostra delle zone aceto-positive (frecce rosse). A destra le stesse aree captano anche la fluorescenza [§]. Questo test innovativo sarà oggetto di discussione e approfondimento in riviste specializzate.

 

 

SEZIONE GENITOSCOPIA CON LAMPADA DI WOOD

 

FIG 08. Lampada di Wood per la genitoscopia/penescopia

Si tratta di una lampada che eroga luce Ultravioletta che i dermatologi sfruttano per inmdividuare differenze cromatiche della superficie cutanea. In questo caso un leggero eritema (sinistra) viene confermato dall'esame con la lampada di Wood (destra).

 

 

SEZIONE GENITOSCOPIA MORFOLOGICA

 

FIG 09. Genitoscopia Morfologica di Condilomi piani HPV

[§] Lo studio dei genitali attraverso scansioni fotografiche permette, come una lente di ingrandimento, di avere una mappa della cute e delle mucose senza alcun contatto fisico con l'organo. L'esame dermatoscopico al contrario implica il contatto di uno  strumento con la pelle cosa non sempre indicata. Nelle foto si mette a confronto quello che appare ad occhio nudo (sinistra) con quello che si può vedere attraverso la procedura (destra). Si tratta di verruche genitali piane che sarebbero sfuggite se la visita si fosse limitata solo al semplice sguardo del medico.

 

FIG 10. Genitoscopia Morfologica del Lichen nitidus

Sull'asta di questo individuo ad occhio nudo si vede con difficoltà una diffusa punteggiatura chiara (sinistra). A destra grazie all'ingrandimento dell'immagine, appare evidente un insieme di puntini corrispondenti ad un Lichen nitidus  (frecce rosse).

 

 

SEZIONE CONDILOMI (Virus HPV)

 

FIG 11. Penescopia con Acido Acetico in un portatore di piccolo Condiloma HPV

A sinistra il glande allo stato normale prima del test.  A destra dopo il test all’Acido Acetico, il condiloma  (cerchio verde) è diventato bianco e molto più evidente (aceto positivo). Questa foto dimostra anche che l'acido acetico non si fissa nelle zone sane aiutando a distinguerle da quelle malate. 

 

FIG 12. Genitoscopia Morfologica per la diagnosi differenziale tra Condilomi HPV e Papillomatosi Perlacea

[§] La genitoscopia morfologica è una procedura messa a punto dal Dr. Gaetano Scanni che attraverso numerosi scatti fotografici permette di ricostruire una mappa dettagliata della cute e della mucosa dei genitali. In questo caso è servita per distinguere facilmente la Papulosi Perlacea benigna del glande (cerchio rosso) da piccoli Condilomi (cerchio verde) situati subito al di sotto che ad occhio nudo si sarebbero facilmente confusi con i primi. Il paziente non avrebbe mai potuto capire la differenza da solo.

 

 

SEZIONE MOLLUSCHI CONTAGIOSI (Pox Virus)

 

FIG 13. Mollusco contagioso (Pox virus) sottoposto ad esame Dermatoscopico

I Molluschi contagiosi possono manifestarsi apparentemente simili ad una follicolite (un brufolo) che però non regredisce con nessun antibiotico locale (cerchio verde). L’esame dermatoscopico a contatto invece permette di riconoscere facilmente che si tratta di un mollusco e di iniziare la terapia più opportuna (destra).

 

FIG 14. Genitoscopia Morfologica di Molluschi contagiosi (Pox virus)

[§] Senza mettere a contatto alcuno strumento con i genitali (sinistra), la scansione fotografica facilita la diagnosi di Molluschi contagiosi (destra).

 

 

SEZIONE PARASSITOSI

 

FIG 15. Genitoscopia/Penescopia dermatoscopica della Scabbia.  Entodermoscopia 50X-200X

Sull'asta e sullo scroto sono evidenti delle papule rosa (simil a brufoli) che sono causa di intenso prurito (sinistra). La storia del paziente indica che il contagio risale ad un rapporto sessuale occasionale non protetto. La dermatoscopia conferma senza alcun dubbio la presenza dell'acaro e del suo cunicolo (Unità Acaro-Cuniculare) permettendo di iniziare la cura senza ritardo (destra).

 

FIG 16. Genitoscopia dermatoscopica in soggetto con Piattole (Phthiriasis pubis). Entodermoscopia 50X

Un uomo che dopo un contatto sessuale occasionale aveva notato qualche puntino marroncino sulle cosce e scroto, chiede di essere visitato pur non avendo alcun prurito. Essendo una persona molto attenta all'igiene personale presenta solo pochissimi segni  di infestazione tali da essere facilmente sottostimati (sinistra). Alla dermatoscopia invece si riconoscere facilmente che il puntino scuro corrisponde ad un Pidocchio del pube (piattola) e ad una lendine (uovo) incollata alla base del pelo (destra). La diagnosi è quindi rapidamente fatta a vantaggio di una terapia precoce.

 

 

SEZIONE MELANOSI DEI GENITALI

 

FIG 17.  Melanosi del glande. Genitoscopia/Penescopia dermatoscopica

Chiazze brune asintomatiche si possono sviluppare sul glande o prepuzio (sinistra). Generalmente si tratta di manifestazioni benigne ma dall'aspetto poco rassicurante perchè possono simulare il Melanoma. Una genitoscopia dermatoscopica può aiutare il medico a distinguere le due patologie (destra).

 

 

SEZIONE PAPILLOMATOSI PERLACEA E GRANULI DI FORDYCE

 

FIG 18. Penescopia della Papillomatosi Perlacea del Glande. Dermatoscopia polarizzata

Intorno alla corona del glande esistono delle piccole sporgenze che ogni maschio può vedere con una lente di ingrandimento. In alcuni individui però queste formazioni si allungano tanto da essere facilmente visibili. In questo caso però non si tratta di una malattia né di un fenomeno contagioso. Anche le donne possono avere la papillomatosi in corrispondenza della vulva. La genitoscopia dermatoscopica conferma facilmente che non si tratta di condilomi qualora l'esame obiettivo non fosse già sufficiente.

 

FIG 19. Genitoscopia/Penescopia Dermatoscopica di Granuli di Fordyce

A sinistra è visibile una raggruppamento di granuli biancastri. Al centro la dermatoscopia conferma che si tratta di ghiandole sebacee ipertrofiche. A destra un’altra sede dove queste ghiandole sono normalmente presenti e qualche volta sembrare più evidenti .

 

 

SEZIONE ANGIOCHERATOMI DEI GENITALI

 

Fig 20. Genitoscopia dermatoscopica di Angiocheratomi del glande

Gli angiocheratomi appaiono con l’età in tutti i maschi e non devono essere curati perché non rappresentano un problema per la salute sessuale della coppia. A sinistra il glande mostra delle piccole formazioni tonde di color violaceo. A destra le stesse aree in dermatoscopia mostrano di essere lacune vascolari ripiene di sangue.

 

 

SEZIONE FLOGOSI DEL GLANDE

 

Fig 21. Genitoscopia dermatoscopica di Balanopostite figurata

A sinistra il glande mostra un’estesa area infiammata con secrezione superficiale. A destra la dermatoscopia individua una fine punteggiatura rossa corrispondente a piccoli vasi dilatati conseguenza dell’infiammazione. Per altre info, cliccare => QUI.

 

FIG 22. Penescopia di Lichen Ruber Planus con Test all'Acido Acetico

La struttura reticolare patognomonica del LRP già evidente all'esame obbiettivo (sinistra) viene confermata dopo il test all'acido acetico (destra). 

Per altre info, cliccare

=>Balano Postiti

=> Condilomi di Coppia

=> Progetto HPV-Partner Consultorio Maschile

=> HPV nei Maschi

 

[§] Si tratta di attività diagnostiche inserite in protocolli di studio e di ricerca sostenuti dal Dr. G. Scanni.

 

FINE DOCUMENTO

 

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proteggere quella degli

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Dott. Gaetano Scanni

Dermatologo

Bari

 

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Uploded 2020-12-03